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sindrome dell'impostore come sconfiggerla

Sindrome dell’Impostore: fai tacere la vocina che ti dice che non sei abbastanza

Non sei abbastanza, meglio se lasci perdere subito. Quante volte te lo sei detta e non ci hai nemmeno provato? Secondo i risultati di uno studio condotto nel 2018 e pubblicato sull’International Journal of Behavioral Science, se l’hai fatto sei in buona compagnia: infatti, il 70% dei Millennials, ovvero delle persone nate tra gli anni ‘80 e ‘90 del secolo scorso, ha rinunciato almeno una volta nella vita a qualcosa perchè non si sentiva abbastanza preparato, esperto o titolato, per farlo. Consapevolezza, umiltà o autosabotaggio? Il limite è sottile, ma se le prime due ti spronano a fare di tutto per migliorarti, il terzo ti blocca dall’inviare il CV per quel lavoro per cui senti che potresti esser perfetta, se solo… se solo non avessi la Sindrome dell’Impostore

Sindrome dell’Impostore: che cos’è?

La Sindrome dell’Impostore è quell’insieme di paure che ci spingono a vederci come le protagoniste di una truffa e a prendere decisioni contrarie a quelle che ci porterebbero al successo. Quando ci offrono una promozione per i nostri meriti e noi pensiamo si siano sbagliati; quando non candidiamo le nostre opere per quella mostra, anche quando, se le avesse fatte qualcun’altro, saremmo le prime a sostenerlo; quando ci chiamano a parlare a quell’evento e rifiutiamo perchè sicuramente là fuori c’è qualcuno più titolato o esperto di noi: tutto questo è Sindrome dell’Impostore. 

Solo paura o c’è dell’altro? Secondo le psicologhe statunitensi Pauline Clance e Suzanne Imes, che, per prime, ne diedero una definizione nel 1978, la Sindrome dell’Impostore si manifesta come paura, ma la sua l’origine sarebbe invece da ricercare nella nostra cultura. Ogni modello culturale, infatti, attribuisce opportunità e destini in base alle nostre appartenenze di genere, età, etnia, abilità, provenienza geografica, orientamento sessuale ecc. Poichè tutto ciò che vive all’infuori di questo, è percepito come sbagliato e inadeguato, la Sindrome dell’Impostore ci porta a dubitare di noi e delle nostre competenze. Niente di più costruito, ma dato che si è intessuto nella nostra identità durante il nostro intero percorso di crescita, continuiamo a pagarne le conseguenze ogni giorno.

Le conseguenze nella nostra vita di tutti i giorni

Le conseguenze della Sindrome dell’Impostore sulla nostra vita comprendono un numero infinito di occasioni mancate. Secondo quanto riportato nell’edizione 2019 di Women in the Workplace, il report annuale di Lean In e McKinsey, una donna aspetta di avere tutte le caratteristiche richieste prima di proporsi per un’offerta di lavoro, quando a un uomo basta soddisfarne il 60%. Valerie Young, una delle principali studiose della Sindrome dell’Impostore, sostiene che è lo scarto tra la definizione della parola competenza e ciò che abbiamo finito per attribuire a questa parola, che dà origine alla Sindrome dell’Impostore. Per definizione, infatti, le competenze sono capacità e abilità pratiche che acquisiamo con lo studio e con l’esperienza e non hanno nulla a che vedere con le nostre appartenenze culturali.

Ma, dice Young, allo stesso modo sappiamo anche che siamo donne ci si aspetta da noi una competenza innata nell’accudimento dei figli e nell’organizzazione domestica ed esistenziale; allo stesso tempo, se siamo uomini, il nostro destino è quello di sapere sempre tutto, in particolare se si tratta di carriera, lavori manuali, calcio e motori. In un caso o nell’altro, la pressione sociale su quello che dovremmo o non dovremmo saper fare, cioè sulle competenze che dovremmo avere in quanto donne e in quanto uomini, ci fa sentire inadeguati sempre e comunque. 

Valerie Young al TED Talent Search 2017 a New York. Foto di Anyssa Samari per TED

Come capire se sei un impostore

Dal momento che è molto probabile che tu l’abbia fatto, la risposta più facile sarebbe quella di suggerirti di fare il test sviluppato dalla dottoressa Young (lo trovi qui). Oppure, puoi continuare a leggere i diversi tipi di impostore teorizzati da Young e scoprire in quale ti rivedi di più.

Perfezionista: sei un impostore perfezionista, se stabilisci aspettative impossibili da raggiungere e vivi un senso di fallimento costante. Per te la Sindrome dell’Impostore fa sì che ti metti in discussione totalmente a ogni piccolo errore commesso.

Esperto: sei un impostore esperto, se senti che c’è sempre qualcosa da sapere in più di quello che sai già. La tua Sindrome dell’Impostore ti fa sentire sempre in difetto, in un circolo bulimico di sapere che non riuscirà mai a saziare la tua insicurezza.

Genio naturale: sei questo tipo di impostore, se sei consapevole di essere particolarmente bravo in qualcosa che ti viene naturale. Così, ogni volta che fare qualcos’altro ci costa fatica, non ti senti mai in grado di poterla portare a termine con successo. E questo ti fa sentire un impostore anche in quell’unico ambito in cui sei bravo naturalmente.

Supereroe: sei così convinto di essere un impostore, che studi continuamente nel tentativo di non essere smascherato e l’ansia da prestazione non ti dà tregua.

Sindrome dell’impostore: come si sconfigge?

Per sconfiggere l’impostore che vive dentro di te e che ti parla all’orecchio con la sua vocina sabotatrice, fai crescere la tua voce, in modo che riesca a parlare più forte di quella dell’impostore che abita dentra di te. Come? Anzitutto diventa consapevole di quello che ti sta accadendo. La prossima volta che ti sentirai un impostore o un’impostora guarda negli occhi la tua paura e vedila per quello che è: il risultato dello scarto tra la tua vocazione personale e la pressione sociale a cui sei sottoposta. 

Quando ti offriranno una promozione o vorrai alzare la mano e dire la tua e non ti sentirai abbastanza esperta o competente, cerca di mettere in discussione la tua paura e chiediti: devo veramente studiare di più e acquisire più competenze o è il mio impostore a parlare? Se le competenze richieste da quella offerta di lavoro, corrispondono alle tue, proponiti; se ti hanno fatto quell’offerta, in virtù della tua professionalità e delle tue competenze, non tirarti indietro, ma festeggia: significa che te lo meriti. Non dare per scontato che le cose sono come sono. Le competenze che puoi acquisire non dipendono dalla tua appartenenza di genere, come non dipendono dal colore dei tuoi capelli o dalla taglia delle tue scarpe. Per cui, persegui la tua strada, senza paure né sensi di colpa.

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