Al confine tra la Toscana e il Lazio, nel cuore della Maremma laziale, si trova Vulci, un parco archeologico e naturalistico, ancora sconosciuto ai più, che vanta un paesaggio ed una storia straordinari.
Durante il lockdown mi sono spesso chiesta quale sarebbe stata la prima località che avrei voluto visitare una volta che ci avessero dato la possibilità di uscire. Avevo voglia di natura, di storia e di tranquillità.
In Provincia di Viterbo, si trova il parco archeologico e naturalistico di Vulci, un luogo immerso nel verde, bagnato dal Fiume Fiora, dove gli Etruschi e i Romani hanno lasciato importanti testimonianze che meritano di essere conosciute. Proprio su questo posto è ricaduta la mia scelta.
La storia di Vulci in pillole
Vulci era una città Etrusca molto importante che controllava parte della costa Tirrenica e che si distingueva soprattutto per il suo florido commercio marittimo ed i suoi abili artigiani. Nelle necropoli infatti sono stati trovati oggetti di gran pregio in ceramica, bronzo, argento ed oro. Una ricchezza che probabilmente fece gola anche ai Romani dato che nel 280 a.C. la conquistarono. La città però cadde nell’oblio durante il Medioevo per essere poi scoperta e depredata di molti dei suoi tesori nell’Ottocento. Numerosi reperti finirono all’estero e sono oggi conservati in musei molto famosi come il British Museum di Londra e il Metropolitan Museum of Art di New York.

Vulci offre un’ampia gamma di percorsi e modalità di visita del parco archeologico e naturalistico
Non vi basterà un giorno per visitare il parco di Vulci. Potete andarci in bicicletta, con il cane, in famiglia e per gli amanti dell’avventura consiglio di prenotare l’archeo-trekking.
All’interno del parco vicino all’ingresso ci si può fermare a mangiare all’osteria, al ristorante o prendere qualcosa alle macchinette ma vi consiglio comunque di portare acqua in grandi quantità e qualche snack. Inoltre dato che d’estate è molto assolato ricordatevi berretto e protezione solare.
Se amate gli uccelli portatevi anche un binocolo. Durante la mia ultima visita ho avuto la fortuna di vedere falchi, gruccioni e upupe.

All’entrata vi verrà consegnata una mappa dove vengono suggeriti tre percorsi diversi:
- Il percorso natura prevede una camminata in mezzo alla natura che vi condurrà direttamente al suggestivo lago del Pellicone. Un luogo incredibile che, non a caso, è stato scelto per le riprese di diversi film tra cui “Non ci resta che piangere”. Lungo il sentiero troverete pannelli esplicativi che parlano della ricca fauna del luogo e se siete fortunati anche degli aculei di istrice.
- Il percorso breve è sicuramente la scelta migliore se si tratta della vostra prima visita. Vi porterà all’antica città di Vulci dove ammirerete resti archeologici di Etruschi e Romani e pascoli a perdita d’occhio. La panellenistica con le ipotesi ricostruttive vi aiuteranno ad immaginare e capire quello che vedrete. Arrivati al mitreo potrete prendere il sentiero a sinistra e recarvi al lago del Pellicone.
- Il percorso completo ricalca in parte quello breve ma, una volta arrivati al mitreo, invece di girare a sinistra, dovrete continuare dritti. Arriverete al fiume Fiora, dove vi consiglio di fare una sosta, per poi proseguire verso l’altura dalla quale potrete godere della vista della cascata che si riversa nel lago Pellicone, tappa finale di tutti i percorsi.
Inoltre è possibile, dietro compenso, fare richiesta per visitare la Tomba François , il Tumulo della Cuccumella e la Tomba delle Iscrizioni telefonando ai numeri 0766.89298- 0766/870179 con almeno due giorni di anticipo.

Resti Etruschi e Romani che suscitano maggior interesse:
- La Porta Ovest (IV sec. a. C.) è un esempio davvero interessante di architettura militare. Gli Etruschi per evitare che le macchine da guerra dei nemici si avvicinassero avevano creato un bastione triangolare con aperture laterali. Purtroppo per loro questo espediente non servì a scoraggiare i Romani. Ogni volta che visito il parco faccio ingresso nell’antica città di Vulci proprio utilizzando quello che è rimasto delle porte laterali.
- Il Decumano Massimo, ovvero la strada basolata Romana su cui camminerete, è molto ben conservata ed è dotata di attraversamenti pedonali (irresistibili agli occhi dei bambini) e di un arco monumentale che era stato dedicato ad un senatore romano (anche se sono poche le parti originali).
- La Domus del Criptoportico è un’abitazione davvero enorme che in passato era suddivisa su ben tre piani, munita anche di un impianto termale. Il piano superiore non esiste più ma vi consiglio di visitare i sotterranei dove si trova il criptoportico, ovvero un portico coperto illuminato da finestre a bocca di lupo.
- Il mitreo si trova non lontano dalla domus del criptoportico. E’ un luogo che mi piace segnalare perché vi si praticava il culto del Dio Mitra, di cui noterete la statua. Il Mitraismo era una religione misterica, solo per uomini, i cui riti venivano tramandati da maestri ad adepti e che quindi sono ancora in parte avvolti nel mistero. Bisognava superare 7 gradi di iniziazione e sui banconi laterali veniva servito il cibo ai fedeli che mangiavano sdraiati.
Una volta ritornati in macchina invece di tornare a casa vi consiglio di fare un salto anche al Castello della Badia, che ospita il Museo Archeologico Nazionale di Vulci, e al suo bellissimo ponte. Non ve ne pentirete.