Negli ultimi mesi anche in Italia ha iniziato a diffondersi e prendere piede uno stile di vita chiamato zero waste. Ma cosa significa questa espressione?
Letteralmente, zero waste vuol dire senza spreco, e indica uno stile di vita in cui è massimo l’impegno nel buttare via il meno possibile.
In realtà, vivere zero waste non è una scelta solo personale, ma implica la ridefinizione del sistema, anche a livello più alto.
La nostra società è basata infatti su un sistema economico lineare. In poche parole, si prelevano risorse dall’ambiente circostante, si consumano, e ciò che avanza viene buttato, ammassato in grandi discariche, e poi bruciato.
L’obiettivo della filosofia zero waste è quello di scardinare questo modello, e trasformarlo in una economia circolare. Un sistema economico pensato in modo che si possa rigenerare da solo, e in cui ogni materiale possa essere reintegrato nella biosfera oppure rivalorizzato. Una rivoluzione, e al tempo stesso così semplice e naturale!
Di economia circolare si è iniziato a parlare alla fine degli anni 70. Ma a pensarci bene è un modello che prende esempio dalla natura, dove non esiste spreco. In quest’ottica, il sistema economico funziona come un organismo, in cui le sostanze nutrienti sono elaborate e utilizzate, per poi essere reimmesse nel ciclo. E lo scarto è ridotto al minimo.
È possibile vivere zero waste?
Nella società di oggi, condurre una vita al 100% senza rifiuti diciamo che non è impossibile, ma è sicuramente complicato. Richiede tanto impegno e una forte motivazione, proprio perchè è il nostro modello economico stesso che lo rende difficile.
L’obiettivo è sempre quello di incoraggiare il maggior numero di persone a fare il meglio possibile, senza la presunzione di essere perfetti. La cosa importante è avere un impatto positivo sulla salute del nostro pianeta.
Quello che possiamo fare – lo ribadisco per l’ennesima volta – è un piccolo passo in più e impegnarci al massimo delle nostre possibilità per limitare sprechi e rifiuti, con piccole e semplici azioni nella vita di tutti i giorni. Ho già parlato di come possiamo partecipare con piccoli accorgimenti quotidiani per salvare il pianeta, per diminuire l’utilizzo della plastica – un materiale molto inquinante e pericoloso per l’ambiente e per noi, vista la sua diffusione nei nostri oceani – e per cercare di ridurre la nostra impronta ecologica.
Da oggi possiamo portare nella nostra quotidianità anche i tre principi su cui si basa la filosofia zero waste.
Vivere zero waste: le 3 R
Lo stile di vita zero waste si può riassumere in tre parole, le 3 R: RIDUCI, RIUSA, RICICLA. Queste tre parole raggruppano una serie di buone pratiche di sostenibilità ambientale, e riguardano direttamente le nostre abitudini di acquisto e di consumo. Vediamo cosa significano nel dettaglio.
Riduci
La prima azione per tutelare le risorse del pianeta è quella di ridurre la quantità di rifiuti, orientando gli acquisti verso consumi che abbiano un impatto ambientale ridotto. Questo può voler dire, a livello personale e familiare, comprare meno e più consapevolmente, e utilizzare solo ciò che è necessario.
La società del consumo è basata sulla filosofia “usa&getta”. Abbandonandola, è possibile privilegiare gli acquisti durevoli, di qualità, capaci di garantire più longevità rispetto a un prodotto di scarsa qualità, che si logora o rompe presto e deve essere sostituito.
A livello più alto, ridurre significa ripensare il modello di consumo di un’azienda, o di un’intera comunità. Questo è possibile partendo dalla riprogettazione di beni e servizi, scegliendo altri materiali da utilizzare, riducendo i consumi energetici e aumentando l’efficienza attraverso l’impiego delle migliori tecnologie.
Per esempio, si può ridisegnare un packaging utilizzando materiali diversi, o ridurre gli imballaggi in plastica del proprio prodotto. A casa come in ufficio si possono sostituire le vecchie lampadine con nuove lampade a led che durano di più e disperdono meno energia. E si può sempre spegnere le luci quando non serve!
Riusa
Il secondo passaggio è quello del riuso. Spesso ci sbarazziamo di materiali e prodotti che, invece, potrebbero essere riutilizzati. Per esempio, una scatola per scarpe può diventare un contenitore salva spazio. Mentre le lattine di alluminio che contenevano legumi o pelati possono essere dipinti e usati come portavasi per le erbe aromatiche.
Di fronte a uno scarto di qualsiasi tipo, è sempre importante pensare a un suo riutilizzo prima di buttarlo. Quello del riuso è un esercizio perfetto per la creatività, che permette di trovare al maggior numero di oggetti possibile un secondo impiego. Come? Dai vasetti di vetro delle conserve che puoi usare per la spesa sfusa, alle vecchie t-shirt con cui puoi confezionare tappeti e borse di tela!
Ricicla
Una volta esaurite le idee di riuso a disposizione, oppure quando è proprio impossibile recuperare alcuni oggetti o materiali, si passa all’ultimo step del percorso zero waste: il riciclo. Non a caso, è l’ultima opzione delle 3 R. Questo perchè seppur sia un aspetto importante, non si può pensare di limitare al solo riciclo la nostra azione per rispettare l’ambiente.
Riciclare di più e meglio è sempre sinonimo di una migliore qualità della nostra vita. Soprattutto nelle grandi città italiane, spesso alle prese con il problema dei rifiuti. Ma non basta differenziare: bisogna farlo bene, e smaltire i rifiuti nel modo corretto. Solo in questo modo sarà possibile dar loro nuova vita, ed evitare sprechi di risorse economiche e naturali.
Per migliorare il modo in cui facciamo raccolta differenziata è utile dotarsi di cestini separati per carta, plastica, alluminio e vetro. In questo modo possiamo dividere bene i materiali e renderci conto di quanto scarto produciamo. E soprattutto, bisogna riciclare bene e per fare questo serve tanta informazione. È vero che quando buttiamo una bottiglia di plastica nella raccolta differenziata è già un successo perchè non finirà in spiaggia. Ma per esempio non tutti i tipi di plastica possono essere riciclati. E non tutte le città riescono a smaltire tutti i materiali. Leggi bene le etichette (su molti prodotti puoi trovare le indicazioni di come suddividere i materiali del packaging). E segui le indicazioni del tuo Comune di residenza.
Se vuoi approfondire la tematica zero waste, ti suggerisco alcuni siti:
– Zero Waste Italia – associazione che ha il compito di raccordare le iniziative Zero Waste italiane con le reti europee e mondiali
– Rete Zero Waste – un gruppo di persone che fornisce consigli, suggerimenti e risorse per chi vuole ridurre il proprio impatto ambientale.