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Sostenibilità e innovazione per superare la crisi

Sostenibilità e innovazione per superare la crisi: il rapporto GreenItaly 2020

Sono giorni cruciali, questi, per il futuro del nostro paese e per la definizione delle persone che ci guideranno a superare la profonda crisi in cui ci ha portati la pandemia. Analizziamo insieme come anche sostenibilità e innovazione potranno essere fattori chiave per superare la crisi.

Abbiamo passato un anno burrascoso, e dobbiamo essere pronti a vivere quello che si affaccia con determinazione ed intento: oltre a gestire al meglio l’emergenza limitando i danni sanitari e sociali dobbiamo lavorare da subito per un futuro migliore.

“Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”

Papa Francesco

L’Europa in questa drammatica crisi ha saputo guardare oltre, dopo parecchi tentennamenti iniziali, superando rigidità ed egoismi, rinnovando la sua missione.

Dopo i primi tentennamenti alla fine dei conti l’Europa si è mossa e l’Italia ora deve fare la sua parte. Non è fuori luogo, di fronte ai 209 miliardi che il Recovery Fund assegna all’Italia, ricordare il Piano Marshall: un riferimento che mette in evidenza l’entità della crisi in corso e che può essere di buon auspicio perché a quel piano oggi colleghiamo l’orgoglio di aver saputo mostrare al mondo di che pasta siamo fatti, quali sono i punti di forza della nostra nazione.

La sfida che ci attende oggi richiede che vengano mobilitate energie economiche, tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali. E culturali: in questa direzione va anche il progetto della presidente della Commissione Ursula von der Leyen di dare vita ad una nuova Bauhaus europea, per affrontare la crisi climatica anche sotto questo punto di vista.

Sostenibilità e innovazione per superare la crisi
Photo by Ouael Ben Salah on Unsplash

Il rapporto GreenItaly e la posizione dell’Italia

GreenItaly è una ricerca annuale della Fondazione Symbola e di Unioncamere – promosso in collaborazione con Conai, Ecopneus e Novamont, con la partnership di Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne srl ed Ecocerved, che misura e pesa la forza della green economy nazionale. È giunta quest’anno all sua undicesima edizione, e l’analisi dei dati che presenta ci permette di capire con decisa chiarezza lo stato dell’economia green in Italia.

Le imprese che investono in sostenibilità ed innovazione affrontano meglio la crisi.

Il rapporto è molto articolato ma possiamo estrapolare dai dati e dalla loro interpretazione 4 grandi punti fondamentali.

1. Gli investimenti per la sostenibilità non si fermano

Il primo dato del rapporto che vogliamo evidenziare è quello che ci racconta che sono oltre 432 mila le imprese italiane dell’industria e dei servizi con dipendenti che hanno investito negli ultimi 5 anni (2015-2019) in prodotti e tecnologie green. In pratica quasi una su tre: il 31,2% dell’intera imprenditoria extra-agricola.

Il 2019 ha fatto registrare un picco positivo, con quasi 300 mila aziende che hanno investito sulla sostenibilità e l’efficienza (il dato più alto registrato da quando Symbola e Unioncamere hanno iniziato a misurare gli investimenti per la sostenibilità).

La transizione verso un’economia diversa è iniziata e sembra prendere sempre più velocità.

2. Le imprese della Green Economy sono più resilienti

Negli investimenti per la sostenibilità fanno la parte del leone l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili insieme al taglio dei consumi di acqua e rifiuti, seguono la riduzione delle sostanze inquinanti e l’aumento dell’utilizzo delle materie seconde.

Tutto questo prima dello shock della pandemia, a cui stando ai dati, hanno reagito meglio proprio le imprese più votate al green. Secondo un’indagine svolta da Symbola e Unioncamere nel mese di ottobre 2020 (1.000 imprese manifatturiere, 5-499 addetti) chi è green è più resiliente.

Infatti tra le imprese che hanno effettuato investimenti per la sostenibilità il 16% è riuscito ad aumentare il proprio fatturato nonostante la pandemia, contro il 9% delle imprese non green.

Ciò non significa che la crisi non si sia fatta sentire, ma comunque lo ha fatto in misura più contenuta: la quota di imprese manifatturiere il cui fatturato è sceso nel 2020 di oltre il 15% è dell’8,2%, mentre è stata quasi il doppio (14,5%) tra le imprese non eco-investitrici.

Il vantaggio competitivo delle imprese eco-investitrici si conferma in un periodo così complesso anche in termini occupazionali (assume il 9% delle green contro 7% delle altre) e di export (aumenta per il 16% contro il 12%).

Questo anche perché le aziende eco-investitrici innovano di più (73% contro 46%), investono maggiormente in ricerca e sviluppo (33% contro 12%) e utilizzano o hanno in programma di utilizzare in misura maggiore tecnologie 4.0, quelle tecnologie produttive all’avanguardia che utilizzano i big data e che, integrate, all’interno di un processo di produzione, permettono di migliorare le condizioni di lavoro.

Photo by Joshua Sortino on Unsplash

3. Sostenibilità e innovazione come vantaggio competitivo

Dall’indagine emerge anche che non solo sono indispensabili sostenibilità e innovazione per superare la crisi, ma che questi fattori rafforzano anche la capacità competitiva delle nostre aziende.

Le imprese eco-investitrici orientate al 4.0 nel 2020 hanno visto un incremento di fatturato nel 20% dei casi, quota più elevata del citato 16% del totale delle imprese green e più che doppia rispetto al 9% delle imprese non green.

Nonostante l’incertezza del quadro futuro, le imprese dimostrano di credere nella sostenibilità ambientale: quasi un quarto del totale conferma di avere pianificato nel proprio business plan eco-investimenti per il periodo 2021-2023.

4. Le imprese giovanili guardano di più al green rispetto al passato

Le imprese giovanili guardano di più al green: il 47% delle imprese di under 35 ha investito nella greeneconomy nel passato triennio contro il 23% delle altre imprese e questo andamento positivo ci conferma come questo cambiamento sia oramai scritto come l’unico futuro che può avere la nostra economia.

Indice di un cambiamento di mentalità, che sta portando consapevolezza e

Sostenibilità e innovazione per superare la crisi: insieme si può.

Chiudiamo con le parole del presidente di Greenitaly Realacci: “C’è un’Italia pronta al recovery fund e la green economy è la migliore risposta alla crisi che stiamo attraversando. Un’economia più a misura d’uomo, più civile e gentile, come recita il Manifesto di Assisi, e per questo più resiliente e competitiva, più in grado di affrontare il futuro. Può diventare la missione del paese. Senza lasciare indietro nessuno e senza lasciare solo nessuno. Possiamo farlo se mettiamo in campo i nostri migliori talenti, li incoraggiamo e sosteniamo, puntiamo su di loro. Il recovery fund e il green deal sono l’occasione per farlo: sprecarla sarebbe un errore gravissimo che comprometterebbe il nostro futuro”.

“È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze”.

Albert Einstein

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