Anche quest’anno torna la SERR, la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti. Si tratta di un’iniziativa volta a promuovere la realizzazione di azioni di sensibilizzazione per ridurre i rifiuti, coinvolgendo enti pubblici, imprese, società civile e cittadini. Tutti sono invitati a partecipare registrando la propria azione.
Ogni anno la SERR si concentra su un aspetto diverso della prevenzione dei rifiuti. E il tema del 2020 sono i rifiuti invisibili: quelli generati durante il processo di fabbricazione e distribuzione dei prodotti. I rifiuti che tutti noi più o meno inconsapevolmente generiamo con un semplice acquisto. Stai pensando a un esempio? Eccone uno a portata di mano di tutti noi: per un nuovo smartphone da 200 grammi si producono ben 86 chilogrammi di rifiuti.
Il miglior rifiuto è quello che non viene prodotto.
Ridurre i rifiuti invisibili significa tagliare la grande quantità di rifiuti generati durante il processo di fabbricazione di un prodotto. Ed è un obiettivo importante perchè gran parte di questi rifiuti non può essere riciclata, e finisce in discarica o negli inceneritori.

Come ridurre i rifiuti invisibili
Anche in un anno difficile come quello che stiamo vivendo, siamo tutti chiamati a dare il nostro contributo. Come? Abbiamo bisogno di rendere visibile questo tipo di rifiuti, soprattutto per noi consumatori. Ed evitarli! Essere più informati su quanti rifiuti producono le nostre singole scelte di acquisto ci rende più consapevoli, e ci aiuta a migliorare la nostra impronta ecologica.
Riduzione, riutilizzo e riciclo, costituiscono le “3R”, un modello per rivalutare le abitudini di consumo che guida le azioni della SERR. Azioni ordinate in tre passaggi consequenziali e gerarchici, dove “riduci” è al primo posto. Tre principi per orientare le scelte di acquisto e di scarto che ciascuno di noi compie ogni giorno.
Tutti noi – consumatori e produttori – possiamo agire per ridurre gli sprechi invisibili. Ecco cinque piccoli consigli a portata di tutti per poter prevenire la produzione di questo tipo di rifiuti.
1. Riduci i tuoi acquisti
Chiediti sempre: mi serve davvero? E questo è un consiglio utile davvero per qualsiasi tipo di prodotto!
2. Prolunga la vita degli oggetti
Tantissimi prodotti si possono aggiustare, evitando la loro sostituzione con uno nuovo.
Cerca nella tua città artigiani e piccole aziende che offrono riparazioni di qualità:
– calzolai per scarpe e borse
– sarte per il tuo abbigliamento, sia per effettuare piccole riparazioni che per riadattare alcuni capi, cambiare taglia, rinnovarli
– magliaie per capi in lana
– piccoli riparatori di apparecchi elettronici.
All’estero sono diffusissimi (ma stanno arrivando anche in Italia) i Repair Cafè. Sono momenti di incontro in cui si riparano oggetti rotti che altrimenti verrebbero gettati via. Nei Repair Cafè ci si presenta con il proprio prodotto malfunzionante e si partecipa al tavolo della riparazione, a cui solitamente siedono alcuni volontari particolarmente abili e a volte anche professionisti (di elettronica, sartoria, biciclette).
A volte, poi, basta sostituire facilmente un pezzo senza dover riparare l’oggetto, per esempio una batteria. A me è successo con il mio portatile e con l’aspirapolvere senza filo: è bastato cercare il ricambio giusto e il mio apparecchio è tornato a funzionare come nuovo!
3. Acquista di seconda mano
Questo è un suggerimento che vale non soltanto nella moda – dove negli ultimi anni sono aumentate le realtà legate al second hand e al vintage. Puoi acquistare di seconda mano anche tantissimi altri beni: dall’automobile ai prodotti elettronici ricondizionati. Refurbed.it è il portale italiano di prodotti ricondizionati qualitativamente affidabili, con standard elevati e unitari in quanto a qualità, sicurezza e garanzia. I dispositivi sono come nuovi sia a livello tecnico che estetico. Acquistando un prodotto di seconda mano su Refurbed, risparmi fino al 40% e il tuo acquisto è al 100% ecosostenibile.
4. Noleggia e condividi
Invece di acquistare, puoi provare a noleggiare un oggetto che sai ti servirà per un limitato periodo di tempo. Anche qui, l’esempio classico è l’automobile. Ma da qualche anno sono nate delle start-up che ti permettono di noleggiare moltissimi altri prodotti – dall’ultimo oggetto hi-tech al robot da cucina. Su Paladin scegli il tuo prodotto – da provare in vista dell’acquisto oppure da usare solo per pochi giorni – e scegli sul calendario le date disponibili alla prenotazione. Il prodotto scelto ti verrà spedito direttamente a casa, e poi ritirato alla fine del noleggio.
Anche nella moda inizia a diffondersi la cultura del noleggio di abiti. Ci sono realtà come Dress you can o VIC Very Important Choice che danno la possibilità di noleggiare abiti per occasioni importanti, ma anche per la vita di tutti i giorni, spesso rifornendosi direttamente da aziende che lavorano in modo etico e sostenibile. Senza riempire il tuo armadio e senza sprecare.

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E banalmente… presta. Un libro, un film in DVD, un avvitatore, un piccolo elettrodomestico. Puoi farlo tra amici ma anche in comunità leggermente più ampie. Fai una lista di oggetti che puoi mettere a disposizione gratuitamente e per un certo periodo di tempo, stabilendo delle piccole regole, e consegnala ai tuoi vicini di casa. In questo modo rafforzerai il senso di solidarietà e farai del bene all’ambiente!
5. Fai digital clean-up
Sai che anche una mail produce rifiuti? L’impatto di Internet sull’ecologia è causato semplicemente dall’inquinamento del suo funzionamento. Per molti, Internet è sinonimo di virtuale. Ma in realtà si basa su un’infrastruttura fisica di cavi, data center e server che consumano energia. Semplici azioni quotidiane semplici come, appunto, l’invio di una mail, l’utilizzo di un motore di ricerca per cercare delle informazioni o l’archiviazione dei dati su un drive sono un costo reale per l’ambiente.
Sono tante le azioni di digital clean-up che possiamo fare per ridurre i rifiuti legati al funzionamento di Internet – alla sua alimentazione e al raffreddamento:
– elimina le mail che non ti servono. Le mail archiviate nella tua casella di posta fanno funzionare ininterrottamente server e impianti di raffreddamento nei data center;
– annulla l’iscrizione alle newsletter che non leggi;
– limita il “rispondi a tutti” e l’invio di allegati. Al loro posto, puoi usare dei link al drive dove hai salvato i tuoi file;
– evita le firme digitali, soprattutto se contengono immagini che appesantiscono gli invii;
– limita l’uso del tuo smartphone, e ottimizzane le prestazioni arrestando l’esecuzione in background di alcune app.