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come preparare il terreno per l'orto

Preparare il terreno per l’orto: le regole del Contadino Nik

Ormai la primavera è arrivata e i fortunati tra noi ad avere un giardino o un bel terrazzo spazioso, stanno già fremendo. C’è voglia di sporcarsi le mani di terra! Una volta passata la fase sognante in cui ci vediamo a raccogliere interi cesti di frutta e verdura coltivata con le nostre mani, però, il dubbio è quasi sempre lo stesso. Come preparare il terreno per l’orto? Cosa fare e cosa non fare, perché la raccolta sia effettivamente ricca come ce la immaginiamo? Le regole non sono poi così tante e, come sempre, se si conoscono, sono anche piuttosto facili da mettere in pratica. Per questo abbiamo chiesto aiuto a chi di coltivazione se ne intende. Sarà infatti Niccolò Burinato, noto online come “Contadino Nik”, a raccontarci come preparare il terreno per l’orto.

Niccolò Burinato - Il Contadino Nik
Niccolò Burinato – il Contadino Nik

Preparare il terreno per l’orto: da cosa partire

Quante volte abbiamo sentito dirci: “suo figlio è intelligente ma non si applica!” Oggi abbiamo la possibilità di smentire questo falso mito approfondendo le fasi della lavorazione del terreno… e applicandoci!

Prima di iniziare con le lavorazioni dobbiamo accertarci che il terreno sia in tempra, ossia umido al punto giusto per essere lavorato. Non troppo secco da creare polvere, né troppo umido da fare grumi compatti. La prima delle operazioni per preparare il terreno per l’orto è la vangatura, da effettuare con molta attenzione e regolarità. Gli strumenti più idonei per questa fase sono la vanga o il forcone a denti dritti – nel caso si trattasse di una lavorazione
manuale – qualora avessimo a disposizione dei macchinari invece, il miglior strumento è la vangatrice. I tagli devono essere effettuati in senso verticale. La profondità ideale è inferiore ai 30cm e la zolla creata deve poi essere sollevata e disposta sul fianco.

Attenzione però! Non bisogna mai e poi mai rivoltare il terreno invertendone la verticalità! La zolla una volta adagiata sul terreno va colpita un paio di volte con la punta o la costa dell’attrezzo in modo da dividerla in parti più piccole. Con la rottura del cotico superficiale affioreranno le erbe infestanti e le radici. Sarebbe consigliabile eliminarle completamente dall’orto; una buona soluzione sarebbe quella di farle seccare in un’area lontana ed utilizzare successivamente come compost.

Preparare il terreno per l’orto: come procedere dopo la vangatura

A questo punto è giunto il momento di effettuare la concimazione organica. Possiamo infatti aggiungere del materiale in grado di arricchire il terreno di sostanze nutritive e fungere in questo modo da ammendante (un miglioratore della struttura del suolo). Tra i materiali più indicati per quest’operazione troviamo:

  • Il letame (materiale più completo)
  • La pollina (trattamento industriale delle deiezioni degli allevamenti avicoli e ricco in azoto)
  • Il compost (funge soprattutto da ammendante)
  • Il digestato (scarto della lavorazione del biogas)
  • Il letame humificato (a rapido assorbimento ma molto costoso, offre rese più elevate di quelli elencati precedentemente)
  • I concimi minerali o organici a lento rilascio, ricchi di nutrienti ma senza nessun effetto ammendante (nel lungo periodo possono aumentare eccessivamente la salinità del suolo).

Il materiale scelto va distribuito in maniera omogenea su tutta la superficie vangata evitando di lasciare cumuli. Una volta terminata questa operazione, con l’aiuto di una zappa dentata, andremo a livellare la superficie. Il movimento dovrà essere verticale e orizzontale in modo da sminuzzare le zolle e mischiare il materiale organico con la terra nei primi 20 cm di suolo. Dobbiamo prestare attenzione a non interrarlo eccessivamente. In caso contrario, non potendo ricevere ossigeno, non riuscirà a mineralizzarsi e trasformarsi, grazie ai conseguenti processi chimici naturali, in elementi nutritivi assimilabili dalle piante.

Manca poco… gli ultimi ritocchi per un orto perfetto

A questo punto non ci resta che livellare nuovamente la superficie appena lavorata con un buon rastrello a denti stretti ed eliminare le eventuali impurità rimaste (sassi grossi, radici di piante infestanti ecc.). Questi ultimi passaggi possono essere raggruppati da un’unica operazione, se abbiamo a disposizione uno strigliatore a molle o una fresa a denti dritti. Sono assolutamente da evitare invece, le classiche frese a denti curvi. Questo perché creano una suola di lavorazione, polverizzano eccessivamente il terreno e mischiano irreparabilmente i primi strati del terreno, stravolgendone i suoi naturali processi naturali.

Bene e ora che la teoria è terminata, è giunto finalmente il momento di applicarci!

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