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L’infanzia ai tempi del covid 19
L’infanzia ai tempi del covid 19

L’infanzia ai tempi del covid 19

Come stanno vivendo questo momento delicato i nostri bambini? E cosa possiamo fare noi adulti per aiutarli a vivere l’infanzia ai tempi del Covid 19?

“Maestra ma sei nata con la mascherina incorporata?

“Maestra, che bello, hai anche tu la bocca!”

Queste sono alcune delle frasi che mi hanno rivolto i bimbi della classe della scuola dell’infanzia in cui lavoro per qualche ora a settimana. Frasi che toccano, frasi che in un attimo ti fanno capire che realtà strana e difficile stanno vivendo i bambini oggi.

Allo stesso tempo però ho visto bambini ricambiare un mio sorriso, un sorriso colto solamente dai miei occhi e dal mio sguardo. Bambini che rispettano le regole, che normalizzano ogni stranezza con risorse che neanche noi adulti abbiamo la capacità di tirare fuori. Se proviamo a sorridere ad un bimbo, anche per strada, anche molto piccolo, probabilmente ricambierà il gesto pur non vedendo le nostre labbra cambiare forma.

L’infanzia ai tempi del covid 19
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L’infanzia ai tempi del covid 19: la capacità di adattamento dei nostri bambini

Durante la quarantena, in un mio articolo scrivevo questo:

“Sicuramente per i bambini questo è un momento molto delicato. Stanno vivendo quello che a me piace definire un trauma ovattato, ovvero una mancanza della quotidianità difficile, ma attutita dalla presenza delle figure di riferimento e dell’ambiente casa. Le reazioni al ritorno alla normalità sono difficili da prevedere, sicuramente saremo tutti un po’ intontiti come quando da un ambiente buio si passa ad un ambiente pieno di luce. Dovremo riorientarci, ma i bambini da sempre mostrano molto spirito di adattamento ed a mio parere ci sorprenderanno con le loro risorse.”

E così effettivamente è stato, i bambini sono tornati a quella che sembrava una parvenza di normalità quando hanno ricominciato a frequentare i giardinetti, gli amici, i cuginetti e poi la scuola a settembre. Ora ci ritroviamo invece in un limbo, di nuovo nella paura di far vivere qualcosa e di quando questo qualcosa potrebbe venire nuovamente tolto. Si parla di scuole chiuse in alcune regioni, alcuni ordini di scuola stanno passando quasi esclusivamente alla DAD.

Non sono qui per dire cosa sia giusto o cosa sia sbagliato, ma per vedere insieme come aiutare i più piccoli ad affrontare questo momento, perché è vero che hanno mille risorse, ma è anche vero che non bisogna abusare di esse. Non si può dire che questo periodo non lascerà strascichi, come ogni grande cambiamento, come ogni situazione che richiede sacrifici le conseguenze ci saranno. La cosa da fare è prenderne atto, non sentirsi in colpa e capire come affrontarle.

L’infanzia ai tempi del covid 19
Photo by Marcos Paulo Prado on Unsplash

L’infanzia ai tempi del covid 19: come si può manifestare il disagio provato dei più piccoli?

  • Rabbia, aggressività, irritabilità: spesso rivolta alle persone più vicine affettivamente, quali genitori, fratelli, amici stretti. È importante tenere presente che la rabbia è un sentimento sano e può essere espressa in modo accettabile. Può succedere che i bambini si trovino ad urlare, o a dimostrare con più insistenza la loro contrarietà e frustrazione dicendo “No!”, dando calci, rompendo oggetti. In questi casi punirli e sgridarli non ha efficacia, anzi può peggiorare la situazione. Bisogna intatti ricordare che dietro a tali comportamenti ci possono essere paura, fragilità o tristezza. Vanno quindi calmati con parole semplici e di conforto, cercando di verbalizzare le emozioni e, anche distraendoli, di ritrovare uno spazio per parlare di cosa gli sta succedendo per dargli le informazioni di cui necessitano, infondendo loro la rassicurazione che i genitori ci sono e che anche loro a volte hanno un po’ paura ma sono presenti per affrontare insieme questa strana situazione che si sta vivendo.
  • La noia, l’apatia: è una reazione di conservazione, per evitare di pensare a ciò che si vorrebbe, ma non si ha. Se capita uno o due giorni non succede nulla, se invece dovesse durare per più tempo sarebbe opportuno chiedere un aiuto specifico. Utile sempre verbalizzare lo stato d’animo al bambino: “sei tanto triste vero? Lo capisco, anche alla mamma a volte capita, sai?
    Si può trovare difficoltà a seguire i nuovi ritmi di un’eventuale DAD, le ore davanti al pc. Aiutiamoli ad affrontarla e poi proponiamo attività di vita quotidiana una volta finite le lezioni;
  • Le regressioni: le regressioni possono essere date dalla perdita della routine e dal periodo destabilizzante che si sta vivendo. Può esserci una regressione o un cambiamento del sonno, il bisogno continuo del seno, la voglia di riavere il ciuccio, la pipì a letto. Vanno lette come un bisogno del bambino di sentirsi accolto e protetto, di ritornare indietro dove lui si ricorda essere stato al sicuro D’altronde anche noi adulti quando siamo impauriti e confusi, cerchiamo quella che è una protezione che arriva dal passato, si pensi alla torta di mele che faceva la nonna o l’aver bisogno di un abbraccio forte che ci avvolga;
  • Difficoltà nel dormire e/o difficoltà nell’alimentazione: e precisamente fatica ad addormentarsi, risvegli e incubi frequenti oppure ipersonnia, cioè dormire molto più del solito;
  • Tendenza a chiudersi in sé, a non aver voglia di sentire parenti e amici: rispettiamo questo loro stato d’animo senza insistere, senza obbligarli a relazionarsi con gli altri.

Questi segnali possono essere considerati normali in una situazione che di normale ha poco o niente. Come sempre, se queste condizioni si cronicizzano è importante chiedere aiuto e valutare insieme ad un professionista come agire.

L’infanzia ai tempi del covid 19: cosa possono fare i genitori e gli adulti di riferimento?

Cosa dobbiamo fare quindi per aiutare i più piccoli a vivere questo momento difficile? Io sono sempre dell’idea che le cose non vadano nascoste perché i bambini colgono i segnali dall’esterno e spesso riformulano a modo loro. È giusto parlare con loro, dire, raccontare le cose come stanno ovviamente nel loro linguaggio e con i giusti filtri. Per i più piccoli parlare attraverso immagini, disegni e storie. Parlare di una brutta influenza, un virus birbantello, che non ci si deve prendere. Con i più grandi si può parlare un po’ più apertamente, ovviamente senza essere un notiziario tv, ma mettendo sempre empatia e sensibilità. Nascondere alimenta la fantasia e “il non detto” si fa sempre più spazio e diventa poi difficile da gestire.

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L’infanzia ai tempi del covid 19: nuovi rituali e nuove routine

Parlare autorizza anche l’espressione emotiva, se si parla si può condividere anche ciò che si sente e insieme ridimensionarlo. Scappa una lacrima? Non neghiamola di fronte agli occhi dei più piccoli ma verbalizziamola: “la mamma è un po’ triste oggi, vorrebbe uscire a giocare con te!” così che il bambino si senta “autorizzato” nell’esprimere ciò che sente, sapendo che quei sentimenti non sono distruttivi, ma anzi servono a sentirsi più leggeri dopo.

Creiamo insieme ai bambini delle nuove routine, non pretendiamo che tutto rimanga invariato. Se la tv viene accesa una volta in più non succede nulla, se il sonno non è lo stesso di prima, se c’è una regressione nelle tappe raggiunte è del tutto normale. Siamo scombussolati noi e lo sono loro. Cerchiamo comunque di darci dei ritmi, scandiamo la giornata quanto più possibile, creando appunto una nuova routine, con nuovi orari magari e adattandola alla situazione attuale, ma facciamo in modo che i bambini abbiano i loro punti fermi.

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Photo by S&B Vonlanthen on Unsplash

Per concludere

Ci sarà tempo e modo per prenderci cura delle ferite che questo periodo lascerà. Fidatevi dei vostri bambini, dei vostri ragazzi, hanno delle risorse che non immaginiamo. Fate dei bei respiri, tutto riprenderà a scorrere e torneremo a correre tra i prati e sulla spiaggia e lo faremo con occhi nuovi, con gli occhi meravigliosi dei bambini. In questa situazione di pandemia, di scuola diversa dal solito, di lavoro da casa, fate con i vostri bambini fate quello che potete, seguite istinto e cuore, ma non colpevolizzatevi mai di non fare abbastanza. Ci siete ed è questo quello che conta ❤

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