La mafia del legno e’ arrivata in Est Europa.
La Romania contiene i due terzi delle ultime foreste vergini rimaste in Europa, sedi delle più grandi popolazioni di lupi, orsi e linci del continente.
Ma il disboscamento illegale e la cattiva gestione hanno portato a una grave deforestazione in luoghi un tempo incontaminati.
Un’analisi dei dati satellitari dell’Università del Maryland e di Greenpeace ha mostrato che la Romania ha perso 280.000 ettari di foresta tra il 2000 e il 2014. Quasi la metà di questa foresta perduta si trovava all’interno di parchi nazionali e altre aree protette.
LA MAFIA DEL LEGNO
Non è certo glamour come la droga o i diamanti, ma l’industria del disboscamento illegale è diventata molto attraente per le organizzazioni criminali negli ultimi dieci anni. Un nuovo rapporto rileva che fino al 90% della deforestazione tropicale può essere attribuito alla criminalità organizzata, che controlla fino al 30% del commercio mondiale di legname.
Per anni, i regolatori ambientali hanno pensato che il disboscamento illegale stesse diminuendo in tutto il mondo. Ma stavano solo cercando nei posti sbagliati. I criminali sono semplicemente diventati più bravi a nascondere le proprie tracce. Gli stratagemmi comuni includono la falsificazione di permessi, l’hacking di banche dati commerciali, la corruzione di funzionari, l’occultamento della vera origine del legname e il nasconderlo tra scorte ufficiali.
Le organizzazioni criminali internazionali coinvolte nel commercio del legname apportano notevoli risorse e competenze. Sono attratti sia dai profitti che dal basso rischio di essere scoperti: spedire legname, a differenza dell’avorio o della droga, non è illegale.
RICHIESTA INTERNAZIONALE E MAFIA DEL LEGNO
Il disboscamento illegale in Romania è stato ampiamente riconosciuto dal governo, dai media e dagli attivisti ambientali come un problema serio per oltre un decennio.
Un recente studio dell’Inventario forestale nazionale rumeno ha concluso che ogni anno, tra il 2008 e il 2014, sono stati tagliati illegalmente 8,8 milioni di metri cubi di legname, pari al 49% del totale di legname tagliato. Inoltre questo studio non ha preso completamente in considerazione le forme di disboscamento illegale, come quello effettuato su terreni restituiti in modo illecito nell’era post-comunista.
Nei 25 anni dalla caduta del comunismo (avvenuta nel 1989), la Romania ha abbracciato il capitalismo, accogliendo investimenti e aziende straniere. Non tutto alla luce del sole e in modo lecito. E la corruzione si e’ infiltrata in modo subdolo e prepotente.

MISURE PRESE AD OGGI
Le società coinvolte nelle indagini sono varie e non solo locali. Il governo rumeno ha recentemente emanato un nuovo codice forestale. Lo sviluppo di regolamenti di attuazione per questa legge deve coinvolgere la società civile e tutte le parti interessate. Deve garantire inoltre che le protezioni forestali siano rafforzate per garantire la futura redditività dell’industria dei prodotti forestali del paese. All’inizio del 2016, il presidente della Romania Klaus Iohannis ha firmato un disegno di legge che rende illegale il disboscamento (più un ettaro e’ considerato una minaccia per la sicurezza nazionale), segnalando l’importanza di questo problema per l’economia e lo sviluppo della Romania.
Nel maggio 2015, il Ministero dell’Ambiente rumeno ha condotto un’indagine sugli stabilimenti Sebes e Radauti di Schweighofer, una società austriaca sospettata di trarre grandi vantaggi dal disboscamento e utilizzare anche legno di dubbia provenienza. Gli ispettori hanno scoperto che la società aveva acquistato oltre 130.000 m3 di legname illegale da 27 fornitori in una singola contea. Il rapporto del ministero documentava casi in cui i dipendenti della Schweighofer facevano parte di reti criminali organizzate allo scopo di ottenere legname illegale. A causa della gravità di questi risultati, il ministero ha consegnato il caso ai pubblici ministeri della divisione criminalità organizzata della Romania. Ad aprile 2016, il caso rimane sotto indagine attiva.

COSA STA SUCCEDENDO IN ROMANIA
La violenza e le intimidazioni per chi si oppone a questo disboscamento illegale sono all’ordine del giorno. Dal 2014, sei guardie forestali sono state uccise e sono stati registrati 184 casi di violenza contro i ranger. Grazie alle misure governative i profitti sono più difficili da ottenere, ma le rappresaglie sono diventate ancora più cattive.
Due dei sei omicidi di ranger sono avvenuti negli ultimi tre mesi del 2020, spingendo il parlamento rumeno ad approvare una legge che consente a tutti i ranger di portare armi. Gli attacchi alle poche persone che cercano di denunciare attività illegali si sono intensificati poiché il commercio è minacciato.
Al di là delle minacce, della violenza e della corruzione, la posta in gioco è la sostenibilità stessa della foresta. Come detto all’inizio, le foreste rumene contengono il 30% di tutti i grandi carnivori in Europa, con grandi popolazioni di orsi, lupi e linci.
COSA SI PUO FARE
Data la recente promulgazione del regolamento UE sul legno (EUTR), l’elevata quantità di disboscamento illegale in corso in Romania evidenzia le sfide chiave per questa legge per affrontare il disboscamento illegale all’interno dei confini dell’Unione europea.
Il gran numero di spedizioni di legname ad alto rischio in tutta Europa dimostra la necessità per le aziende europee di eseguire importanti misure di due-diligence quando si approvvigionano da aree ad alto rischio di disboscamento illegale, anche e sopratutto quando queste forniture provengono dall’Europa e da aziende sotto indagine per comportamento illecito.
Contro questo tipo di nemico, cosa si può fare? A giugno del 2012, anche l’Interpol ha istituito un programma pilota chiamato Law Enforcement Assistance for Forests (LEAF). Da allora questo programma tenta di coordinare gli sforzi della polizia e delle agenzie di intelligence per combattere il legname illegale a livello internazionale.
E in modo pratico, noi, cosa possiamo fare?
Scegliere legno (e carta) certificato FSC o PEFC.
Sono le due maggiori certificazioni indipendenti che garantiscono che il legno arrivi da foreste gestite in maniera sostenibile.
Ma quali sono?
Secondo la definizione di Forest Europe e adottata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), la gestione forestale sostenibile è: “la gestione e l’uso delle foreste e dei terreni forestali in un modo e ad un ritmo che mantengano la loro biodiversità, produttività, capacità di rigenerazione, vitalità e il loro potenziale per svolgere, ora e in futuro, le loro funzioni ecologiche, economiche e sociali, a livello locale, nazionale e globale e che non provochino danni ad altri ecosistemi “.