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Madres de la plaza de mayo

Las madres de plaza de mayo

Las Madres de Plaza de Mayo:Museo delle Belle Arti di Buenos Aires

Qualche giorno fa, al museo delle Belle Arti di Buenos Aires, vedo una foto che mi colpisce. La “Pietà di Michelangelo” ritratta con un Fazzoletto bianco nel capo della Madonna e delle braccia che sorreggevano NIENTE. Mi ha commosso. Fatto venire i brividi. Una madre che non può piangere suo figlio. Questo è quello che è successo a Las Madres de Plaza de Mayo (Madri- Donne _ di Plaza de Mayo).

Ma vi voglio raccontare la storia dal principio.

Las Madres de Plaza de Mayo: la storia

Sono certa che tutti sappiano del periodo buio dell’Argentina. Quel lontano 24 marzo del 1976 quando i militari presero il potere con la forza e, appoggiati da tanti, uccisero la democrazia e iniziarono un governo di orrore e terrore che chiamarono “Processo di Riorganizzazione Nazionale”. Il loro piano era quello di eliminare tutti i giovani (uomini e donne) che andavano contro il loro credo. Li presero tutti. Li nascosero in centri clandestini di detenzione (come oggi vengono chiamati) e li rinchiusero li. Posti segreti, sconosciuti, mai trovati. Si parla di circa 30 mila “desaparecidos”. Scomparsi. Il Dittatore (Jorge Rafael Videla), li chiamava così, nessuno sapeva nulla di dove e come finissero i sequestrati.

“Quando sei scomparso, non puoi avere un trattamento speciale. Non sei ne vivo ne morto. Sei desaparecido.”

Las Madres de Plaza de Mayo: la ronda

Un giorno di aprile, le Madri andarono nella Casa del Governo (la Casa Rosada), a chiedere risposte. Erano tante in quella famosa Plaza de Mayo. La polizia le cacciò, non si potevano riunire. Non si persero d’animo. Si presero per mano e girarono attorno alla Statua di Manuel Belgrano che svetta nella piazza. Quel giorno iniziò qualcosa di grande.

Quel giorno ci fu la prima ronda de Las Madres de Plaza de Mayo.

Raquel Radio de Marizcurrena racconta che con Azucena Villaflor erano li, quel giorno, con tante altre. Non avevano idea di cosa fare e come gestire la situazione. Decisero di riunirsi ogni giovedì, davanti al palazzo, e fare una ronda attorno alla Piramide di Plaza de Mayo.

E questo succede ormai da più di quaranta anni.

Per distinguersi dalla folla, decisero di mettersi in testa i pannolini di tela di quelli che erano stati i loro figli. Fazzoletti bianchi che sono poi diventati il simbolo della forza di queste Madri alla ricerca della verità.

Molte delle ragazze scomparse erano in stato di gravidanza. Sono scomparse coppie con i figli. Che fine avevano fatto loro e i loro bambini? Nacque così anche l’associazione “Nonne de la Plaza de Mayo”, donne che cercano giustizia per tutti i bambini scomparsi, forse uccisi o forse dati in adozione alle famiglie dei generali al potere. Tuttora è in corso il riconoscimento di uomini e donne che non sanno niente del loro passato e potrebbero scoprire la verità sulle loro origini.
Queste nonne guerriere vanno nelle scuole a raccontare ai bambini di oggi che cercano ancora i loro nipoti, spiegando la storia senza perdere la speranza di rincontrarli.

“No pudieron cortar todas las flores, la verdad empieza a emerger desde la tierra” _ Nora Cortinas, Madre de Plaza de Mayo
“Non hanno potuto tagliare tutti i fiori, la verità comincia ad emergere dalla terra”
Nadja

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