Taglia quello che non serve, mantieni e fai crescere quello che ti porta gioia e ispirazione
Ieri sono andata a fare shopping. No, non di vestiti o di scarpe, ma di fiori e piante. Non tanto perché i negozi sono chiusi, ma perché, come ho condiviso oggi su Instagram, lo shopping green è l’unico che mi sembra sensato fare in questo momento. Nonostante il mio pollice non sia particolarmente verde, quello del mio balcone è, infatti, l’unico futuro su cui sento di poter avere un qualche controllo. E allora ieri sono tornata a casa carica di vasi e vasetti. Al loro interno canne di vetro, margherite e viole; cactus, garofani, aromi e gerani. I cui giallo, rosso e arancione sono gli unici che riesco ad apprezzare.
Nonostante il mio pollice non sia particolarmente verde, dicevamo, io trovo che le piante siano una fonte di insegnamento. Passano l’inverno a dormire e si scatenano nella bella stagione: non ci metteresti la firma anche tu? Soprattutto, come mi ha insegnato Mariapaola Di Cato, vignaiola e imprenditrice abruzzese, le piante, per far sì che i loro frutti crescano rigogliosi, sono capaci di eliminare tutto ciò che non serve.
Noi ne siamo altrettanto capaci? O, invece, nei periodi particolarmente difficili tendiamo ad accumulare nel vano tentativo di sentirci meglio? L’invito che vorrei farti in questo primo slancio di primavera è, allora, quello di fare come le piante: taglia quello che non ti serve, mantieni e fai crescere quello che ti porta gioia e ispirazione.

La potatura: taglia quello che non ti serve
Ben prima di andare a fare shopping al vivaio, ho tagliato via i rami vecchi della vite e del limone che ho sul balcone. Per dirla con un termine in voga ultimamente, ho fatto il decluttering dei rami di troppo. Un po’ come quella credenza popolare che vuole che quando una donna si prepara a fare un grande cambiamento si taglia prima i capelli, così ho dato un taglio al passato e ho fatto spazio alla nuova vita che era pronta a esplodere dopo il letargo invernale una volta arrivata la primavera. Fare spazio, mettere ordine, eliminare ciò che non serve, sono attività che, nel far muovere le nostre mani, attivano anche la nostra coscienza e consapevolezza facendoci riflettere sulle priorità. Liberando gli spazi, si libera la mente; tagliando il passato, ci si apre al futuro.
Digital decluttering: disattiva le notifiche e togli(mi) dalla lista
Il primo ambito su cui possiamo far cantare le nostre cesoie riguarda il nostro rapporto con il digitale. Recentemente ho iniziato a utilizzare il mio smartphone solo in modalità “distrazioni OFF” ed è stata la svolta: non ricevo notifiche da nessuna app e ho solo cinque minuti per perdere tempo su Instagram (ma quanto sono carini Fedez e Chiara Ferragni innamoratissimi della loro bimba?) e rispondere ai messaggi su WhatsApp (ciao, gruppi, ciao). Allo stesso modo, ho scelto di disabilitare la funzione News del mio Assistente Google: troppe notizie non verificate e con toni allarmistici, mi stavano causato un’ansia superiore a quella di Fiorello a Sanremo.
Le notifiche di cui sento meno la mancanza, subito dopo WhatsApp, sono quelle relative alle email. Nell’ultimo anno mi sono iscritta a un’infinità di newsletter e credo proprio che la cosa mi sia sfuggita di mano. Non fraintendermi, mi piace leggerne e riceverne, ma non riesco a leggerle tutte: come recita la legge di Hick, di fronte a troppe opzioni il nostro cervello affronta uno stress così forte che è costretto a ridurre le proprie capacità analitiche per far fronte alla quantità eccessiva di informazioni. Per cui, anche qui, zac zac!, toglimi dalla lista.
E, a proposito di lista, un’altra azione di digital decluttering che ho fatto di recente è stata quella di mettere ordine nella mia lista delle cose da vedere su Netflix: anche io ho aumentato notevolmente il mio consumo di video on demand nell’ultimo anno e, dato che una volta che li guardi, i contenuti salvati non spariscono magicamente, ogni volta era uno sfogliare la selezione a “l’ho visto? O non l’ho visto?”. Così, ho deciso di non utilizzare più la sezione “La mia lista” e quando mi va di vedere qualcosa, la guardo e basta.
Brand decluttering: dove vai se Twitch non ce l’hai?
Se hai una tua attività, non ti hanno ancora proposto di aprire un account e iniziare a trasmettere su Twitch? (Se non hai mai sentito parlare di Twitch e hai più di sedici anni, niente panico). Visto com’è andata con Clubhouse, ho preferito chiedere… il fatto è che appena esce qualcosa di nuovo ci lasciamo prendere dalla FOMO, dimentichiamo tutto quello che sappiamo di sapere su quello che ci piace, sulla nostra attività e su chi ci segue, e apriamo un profilo su TikTok che tanto sappiamo che non useremo mai, come ho fatto io l’anno scorso. Mi consumo le dita sulla tastiera a furia di continuare a sottolinearlo: non è necessario avere la room su Clubhouse per aumentare le tue vendite o per aumentare la visibilità del tuo brand. Può essere utile. Se i tuoi clienti, o le persone che ti interessa incontrare, sono lì. Altrimenti, molto meglio dedicare il tuo tempo allo shopping di fiori o a una persona che non senti da tanto.

Il decluttering che non avrei voluto fare
È proprio quello delle relazioni. Durante l’ultimo anno il giro delle mie amicizie si è ristretto moltissimo. Da un lato, ho sempre avuto amici e amiche non residenti in Italia, ma siamo sempre riusciti a vederci almeno una volta l’anno; con la pandemia mi mancano moltissimo e non vedo la mia migliore amica dal mio matrimonio. Dall’altro, per senso di responsabilità ho scelto di vedere meno persone possibile, magari incontrando un po’ più spesso solo chi so che condivide il mio stesso pensiero: così, sono riuscita a vedere una manciata di persone care, a distanza e con la mascherina. Il lato positivo di tutto questo è quello che potrei chiamare il decluttering collaterale, per cui le persone che avrei tanto voluto veder sparire dalla mia vita, senza sapere come fare, hanno fatto ghosting come quelle aziende che rispondono “ti faremo sapere”. Mai più viste!
Dai acqua e luce: fai crescere quello che ti porta gioia e ispirazione
Sì, ho appena citato Marie Kondo. Ieri parlavo al telefono con un’amica e lei mi diceva: “Vera, io ho quasi paura a dirlo, ma lo sai che a me la fretta di prima non manca per niente? Ora ho tempo di andare a passeggio con il cane sulla Martesana, ho finito quel corso di restauro che non riuscivo mai a completare e ho ripreso a leggere i quotidiani al mattino insieme al caffè, cosa che non facevo dalle superiori!”. Io, un po’, la capisco. E ne riporto il sentire non perché non mi rendo conto della drammaticità del periodo che stiamo vivendo o dei lutti che, bene o male, tutti e tutte abbiamo avuto: come hanno scritto Andrea e Maura di Tlon su Facebook, dobbiamo recuperare il diritto di dire come ci sentiamo.
E questa è la prima cosa a cui desidero lasciare spazio, dopo aver tagliato i rami secchi. La seconda è sicuramente alla mia formazione e all’approfondimento di temi che mi interessano o mi stanno a cuore. Così come anche la possibilità di sperimentare nuove abitudini, nuove routine, nuovi modi di essere. Tu a che cosa vuoi dare spazio in questo momento della tua vita? Mentre ci pensi, ti lascio con una frase, che pare abbia detto tale William Morris e che è degna di un Bacio Perugina: non tener nulla di cui tu non conosca l’utilità o non riconosca la bellezza.