[Post in collaborazione con Everdrop]
Probabilmente avete già sentito parlare dei tensioattivi. Si tratta di composti utilizzati nei detergenti per migliorarne l’efficacia. Sono insostituibili, se vogliamo buoni risultati pulenti, tuttavia, molti di loro, sono altamente inquinanti e cozzano con la nostra crescente voglia di pulizie di casa green. Cercheremo di non appesantirvi troppo con nozioni complesse, ma vogliamo spiegare con parole semplici cosa sono i tensioattivi e come scegliere i detersivi corretti per ridurre il nostro impatto sull’ambiente.
Cosa sono i tensioattivi?
I tensioattivi, dal punto di vista chimico, sono molecole costituite dalla combinazione di due diverse parti: una capace di legarsi all’acqua (idrofila) e una che ne è impossibilitata (idrofoba). Proprio questa loro particolare struttura, li rende un perfetto “ponte” tra due liquidi che altrimenti non potrebbero mescolarsi. Immaginate i tensioattivi come composti da una “testa” con affinità all’acqua, a cui riesce a legarsi, è un “corpo” che invece fa l’esatto opposto. Semplificando, e focalizzandoci sulla loro principale funzione all’interno di detersivi e detergenti, possiamo dire che permettono all’acqua di miscelarsi con oli, cosa normalmente impossibile.
Superata la cosiddetta concentrazione micellare critica (cmc, “critical micellar concentration”), i tensioattivi si organizzano in aggregati di più molecole chiamati micelle, come rappresentato in figura. Le micelle si respingono reciprocamente per via della repulsione elettrostatica delle loro “teste” ionizzate, impedendo alle particelle di oli e grassi di riaggregarsi nuovamente mantenendole sospese nell’acqua e consentendone l’eliminazione.

Dei grassi che vengano a contatto con dell’acqua in cui sono presente tensioattivi, verranno “intrappolati” nelle micelle. In questo modo, potranno poi essere lavati via insieme all’acqua al momento del risciacquo.
Le funzioni principali dei tensioattivi
Questa funzione detergente non è l’unica che rende i tensioattivi così largamente utilizzati in cosmetica; sono infatti anche:
- schiumogeni: riducendo l’attrazione delle molecole che compongono il detergente, sarà più facile la formazione di bolle d’aria e la schiuma risulterà più ricca e stabile
- emulsionanti: nelle creme e lozioni, che sono, normalmente, una combinazione di una parte acquosa e una oleosa, i tensioattivi creano una mistura semi-stabile. Gli oli rimangono legati all’acqua per una agevole distribuzione sulla pelle, ma presto, a contatto con essa, questo legame si rompe permettendone l’assorbimento.
- solubilizzanti: alcuni tensioattivi sono in grado di rendere trasparente la soluzione nella quale sono presenti, che senza di essi non lo sarebbe.
- condizionanti: In alcuni casi, è previsto che i tensioattivi rimangano a contatto con pelle e capelli per un effetto estetico e un’azione sulla morbidezza.
Un detergente, per essere efficace su più livelli, di solito, ha bisogno di più di un tensioattivo al suo interno. Ogni tensioattivo, infatti ha un determinato potere lavante e altre caratteristiche che lo rendono più o meno idoneo ad un preciso scopo.
Non tutti i tensioattivi sono uguali
I primissimi tensioattivi, già utilizzati millenni prima di Cristo, erano ovviamente naturali, di derivazione vegetale. Esistono diversi elementi naturali come foglie, bacche, cortecce ecc… contenenti saponine (anche loro capaci di abbassare la tensione superficiale di un liquido). Queste, miscelate in acqua hanno proprietà detergenti, schiumogene ed emulsionanti. Lo stesso sapone, conosciuto e prodotto da millenni, è, in sè, un tensioattivo.
A partire dagli anni ’50-’60 del secolo scorso, i tensioattivi naturali, sono stati quasi completamente sostituiti da alternative molto efficaci, ma derivate dalla raffinazione del petrolio. Fu presto chiaro, però, che questi avessero un impatto ambientale non sostenibile. Gli standard di pulizia che il mercato iniziava a chiedere, tuttavia, erano raggiungibili solamente attraverso queste tipologie. Tutt’ora dominano gli ingredienti dei detersivi tradizionali, proprio a causa della loro difficile sostituzione con alternative naturali con effetto pulente paragonabile. Insomma: se si vuole che il detersivo elimini anche le macchie più ostinate, sembra quasi non ci sia scampo.
I tensioattivi naturali più utilizzati oggi, vengono ricavati dalle palme da olio o da cocco, dal grano o da altri vegetali ricchi di grassi. Quelli derivati dall’olio di palma hanno un’efficacia paragonabile a quelli di sintesi dal petrolio e sono l’alternativa che, al momento, nostro malgrado, sembra rappresentare il miglior compromesso.
Come ridurre l’impatto ambientale dei tensioattivi?
Se i tensioattivi efficaci, al momento, sono ricavati o dal petrolio o dall’olio di palma, non possiamo che prendere atto del loro impatto ambientale (anche in fase di produzione). L’azione green che possiamo fare per limitare il nostro impatto ambientale, quindi, se non vogliamo scendere a compromessi sulla qualità della pulizia, pare essere una sola: ridurne l’utilizzo.
- Effettuare lavaggi a pieno carico e solo quando è necessario
- Cimentarsi nell’autoproduzione di detersivi naturali, molto semplici e perfetti per i lavaggi di capi meno sporchi
- Scegliere detersivi il più naturali possibili
- Fare moltissima attenzione a non sovra-dosare il detersivo
Ridurre i tensioattivi con un corretto dosaggio
Questo ultimo punto, se pensiamo a quante lavatrici, mediamente, una famiglia faccia in un anno, è evidente essere un punto chiave. Diversi studi, tuttavia, dimostrano che la maggior parte di noi tende a sovradosare. Questo perché la quantità ideale di detersivo dipende da diversi fattori che spesso sottovalutiamo. Siamo portati a considerare unicamente la quantità e le condizioni del bucato che andiamo a lavare, tralasciando un parametro, invece, fondamentale. La durezza dell’acqua. A parità di lavaggio, un’acqua dura (con più minerali disciolti), porterà a una minor efficienza pulente. In sostanza, per acque dolci saranno sufficienti quantità minori dello stesso detersivo rispetto ad acque dure. I detersivi tradizionali, per non rischiare risultati scadenti in acque dure, sono tarati proprio su quelle.
Resta il problema di stabilire in autonomia, per ogni detersivo acquistato, la quantità ideale per il tipo di acqua che abbiamo. Alcuni detersivi di nuova generazione, particolarmente sensibili alle tematiche ambientali, propongono una soluzione innovativa quanto semplice. Offrono diverse formulazioni dello stesso detersivo, calibrate proprio sul parametro della durezza dell’acqua. Tra questi c’è Everdrop, azienda tedesca diventata famosa per i suoi detergenti spray in pastiglia, ma sbarcata ormai da tempo anche nel mercato dei detersivi per lavatrice e lavastoviglie. Oltre ad essere interamente plastic free, sia per quanto riguarda la confezione che gli ingredienti, infatti, il detersivo per lavatrice Everdrop, permette una riduzione di inutili tensioattivi, fino al 50%, proprio in virtù del corretto dosaggio. In fase di acquisto, basterà indicare se vogliamo la versione per acqua dura o per acqua dolce e poi dosare in base alle indicazioni sulla confezione.
Conclusioni

La ricerca di tensioattivi e altre soluzioni davvero green e sostenibili da parte delle aziende impegnate in questa direzione è una priorità. Anche Everdrop, in maniera molto onesta, ci ha raccontato di investire molte energie nel tentativo di migliorarsi sempre di più. Ogni passo verso un’alternativa ecologica e rispettosa dell’ambiente (sia in fase di produzione che in fase di utilizzo) è un piccolo traguardo: è importante fare la nostra parte e limitare al minimo i nostri consumi.“