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come superare l'imbarazzo dell'assaggio del vino al ristorante

Come superare l’imbarazzo dell’assaggio del vino al ristorante

Siete a cena e, se vi piace il vino, arriva il momento di ordinarlo.
Quando questo accade ci sono almeno due momenti cruciali.

Il primo, è la crisi da decisione.
Un buon ristorante, generalmente, ha anche una carta dei vini particolarmente ricca e ciò può portare alla confusione più totale.

Il secondo, è quando finalmente avete deciso ma, puntualmente, il cameriere vi chiede “Chi lo assaggia?”.
In quel preciso istante, i commensali, cominciano a scambiarsi sguardi interrogativi.
Chi si prenderà questa responsabilità?

Ecco, la prossima volta quella persona sarete voi.
E lo saprete fare anche discretamente bene.

Prima di tutto, decidete cosa mangiare e solo dopo pensate al vino da ordinare.
Se i piatti che andrete ad assaggiare sono poco complessi, ovvero con un condimento leggero o una cottura semplice è molto probabile che la vostra scelta possa ricadere tra i bianchi, bollicine o fermo a vostro gusto e sempre a seconda di quello che mangerete.
Se, invece, vi apprestate a cenare con un buon brasato o altre pietanze ricche di gusto ed intingoli, potreste orientarvi verso un rosso.
Badate bene, questi sono solo consigli di massima. Abbinare il vino giusto al piatto che state per assaporare è “leggermente” più difficile di così, ma anche più emozionante.
Nel dubbio, comunque, fatevi sempre consigliare dal cameriere o dal sommelier del ristorante e, magari, preferire vini locali se possibile.

Una volta scelto il vino scatta la domanda più importante di tutte, appunto.
“Chi lo assaggia?”
Non so come lo viviate voi ma, per me, questo è momento clou.
Sbagliare il vino è qualcosa che mi è successo in passato e non mi è affatto piaciuto.

Prima di tutto, un piccolo consiglio.
Quando ordinate una bottiglia è importantissimo che questa venga aperta davanti a voi.
Se ciò non accade, chiedete al cameriere di farvela vedere in modo da poter leggere l’etichetta.

Dopo di che, vi verrà versato un goccio nel bicchiere.
In caso di rosso, aspettate un po’ prima di portarlo al naso.
In caso di bianco, potete procedere quasi subito all’esame olfattivo.
Approfittate di questi secondi per guardare il colore del vino e controllare che corrisponda a quanto avete richiesto.
Cioè?
Se un Prosecco, ad esempio, si presenta poco brillante e con scarse bollicine, dovrà subito venirvi il sospetto che quella bottiglia non sia stata ben conservata o che il vino “sia vecchio”.

A questo punto, potete avvicinare il bicchiere al naso.
Se il profumo “è buono” e riuscite a cogliere qualche nota fruttata o di fiori, è un ottimo segno.
Al contrario, se vi salta subito al naso uno sgradevole sentore di “chiuso” o peggio, molto probabilmente siete al cospetto del famoso (e temuto) “odore di tappo”, causato da un fungo che si insinua nel sughero e danneggia il vino.

Un altro problema, piuttosto diffuso, che potrete riscontrare soprattutto se scegliete di bere un bicchiere di vino e non una bottiglia chiusa, è trovarvi di fronte a un vino aperto da troppo tempo o mal conservato.

Il primo campanello d’allarme sono le bollicine, nel caso di un vino frizzante ovviamente.
Se sono molto poche qualcosa già non quadra.
In più, se in bocca vi sembra troppo “vinoso” (ovvero, la nota alcolica è troppo accentuata e copre ogni piacevolezza), allora è quasi sicuro che quel vino è rimasto aperto un po’ troppo a lungo per poter ancora essere servito e bevuto.

Se siete in dubbio, lasciate riposare il vino ancora qualche istante nel bicchiere e riprovate.
Un sorso non sempre è sufficiente per i palati meno esperti o abituati a esaminare il vino.
Tenetelo in bocca qualche secondo, deglutite, e fate attenzione a quello che il vino vi sta dicendo.

Esistono anche altri “difetti” del vino, ma quelli si potranno imparare con un po’ di pratica e attenzione. Quelli elencati sopra sono i più comuni e i più facilmente riscontrabili.

Tutti pronti per la prossima cena adesso, vero?
Samantha

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