Come funziona il Pap test? Il Pap test è un esame citologico, facile e veloce, in grado di identificare la presenza di cellule tumorali al livello del collo dell’utero. Conosciuto anche come test di Papanicolaou, prende il nome dal medico greco-americano Georgios Papanicolaou, esperto nello studio della citopatologia e pioniere della diagnosi precoce.
Come funziona il Pap test

Il Pap test è uno strumento di diagnosi precoce che permette di verificare la presenza di modificazioni citologiche e di papilloma virus (HPV). Cosí come ci spiega il Dott. Manfredi Genova, ginecologo, “sottoporsi a questo screening è di fondamentale importanza al fine di analizzare la struttura delle cellule del collo dell’utero ed escludere eventuali anomalie“.
Vediamo nel dettaglio come funziona il Pap test. L’esame viene effettuato durante la normale visita ginecologica. La paziente, come consuetudine, verrà invitata a distendersi sul lettino in posizione supina con le gambe divaricate. Il medico adopererà un piccolo divaricatore a becco d’oca (lo speculum) con il quale procederà ad effettuare l’esame. Servendosi di una apposita spatola, verrà prelevato del materiale eso-cervicale. Successivamente, grazie ad uno speciale spazzolino (citobrush), raccoglierà una piccola quantità di muco endo-cervicale. In alternativa può essere adottato un bastoncino dotato di cotone all’estremità (tipo cotton-fioc). Il materiale prelevato verrà quindi strisciato e fissato su un vetrino e mandato al laboratorio per l’analisi patologica. Il test è indolore e della durata di pochi minuti.
Pap test: quando farlo?

È consigliato effettuare il pap test a tutte le donne di età compresa tra i 25 ed i 70 anni o comunque a partire dal primo rapporto sessuale. Non vi è quindi una età consigliata, dipende da quando si diventa sessualmente attive. È infatti noto ormai come il cancro al collo dell’utero sia causato da il virus HPV che si trasmette con rapporti non protetti.
Cosa sapere prima di sottoporsi al test
Per sottopporsi a questo esame è necessario, nelle 48 ore precedenti, non aver avuto rapporti sessuali in quanto, i residui degli spermatozoi, potrebbero influenzarne il risultato. Nello stesso lasso di tempo è bene evitare lavaggi e farmaci per via vaginale. Non è possibile sottoporsi al test in presenza di flusso mestruale. Il periodo consigliato per effettuare il pap test è infatti a metà del ciclo, periodo durante il quale le cellule sono caratterizzate da migliori condizioni anatomiche e di conseguenza più facilmente analizzabili. L’assunzione di contraccettivi orali o la presenza di spirale intrauterina non interferisce in alcun modo con il risultato del test. È possibile effettuare l’esame anche in gravidanza.
Come funziona il Pap test: i risultati
Il risultato del pap test può essere: negativo, per cui non è previsto alcun ulteriore accertamento diagnostico o positivo. Nel caso di positività le cellule epiteliali prelevate hanno qualche differenza anatomica da quelle normali e quindi vengono richieste indagini specifiche come ad esempio l’ HPV test o la colposcopia. Non bisogna però allarmarsi: le anomalie potrebbero essere benigne o causate da una infiammazione in corso.
Il tumore al collo dell’utero
La principale causa di tumore al collo dell’utero è l’infezione da Papilloma virus (HPV) che si manifesta in età giovanile ed è caratterizzato da un esordio asintomatico. Nonostante il corpo di una donna sia in grado di “combattere” da solo questa infezione, in alcuni casi, purtroppo, il papilloma virus porta ad alterazioni delle mucose che possono provocare la comparsa di un tumore. La diagnosi precoce è fondamentale soprattutto in questo caso. Questa neoplasia progredisce con estrema lentezza (circa 10 anni) e, se diagnosticata tempestivamente, si ha tutto il tempo per curarla in maniera adeguata. I sintomi caratterizzanti, non essendo specifici (come perdite ematiche vaginali, perdite ematiche nelle urine, dolore durante la minzione, mal di schiena e dolore al basso ventre), potrebbero passare inosservati per anni.

L’importanza della prevenzione
È bene ricordare che, per tutte le ragazze, la vaccinazione è la miglior forma di difesa dall’HPV. L’esecuzione di questa vaccinazione, che assicura copertura solamente contro i ceppi del virus più diffusi, non esonera dal doversi comunque sottoporre al test. L’utilizzo del preservativo durante i rapporti, soprattutto se occasionali, è senza dubbio la maggiore arma di protezione dal contagio da HPV.
Il lasso di tempo di 3 anni consigliato tra un pap test e l’altro, è stato stabilito in base ad evidenze scientifiche relative al tempo di latenza delle modificazioni citologiche sulla parete della cervice uterina. Il ginecologo potrebbe però prescrivere di ripetere il pap test dopo due anni o addirittura un anno in presenza di comprovati fattori di rischio.
In Italia ogni anno il cancro alla cervice è diagnosticato a 3500 donne e solamente una su 10000 riceve una diagnosi di tumore in forma avanzata. Nonostante secondo i dati dell’ AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) il tasso di mortalità sia solo dell’1%, non bisogna abbassare la guardia.
Ottobre è il mese della prevenzione, ma non dimentichiamo che la prevenzione è la cura migliore e questo tutto l’anno: il pap test è lo screening oncologico più diffuso nel mondo ed ha salvato la vita a moltissime donne, se ancora non lo avete fatto, non perdete altro tempo.
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