Il 2020 è stato un anno indimenticabile. L’anno in cui la Terra si è (letteralmente) fermata, a causa della crisi pandemica, ed è saltata chiaramente agli occhi di tutti la connessione tra le nostre scelte e il benessere del nostro pianeta. E la necessità sempre più forte che non possiamo salvare noi stessi senza salvare la Terra.
Temperature medie in aumento, il gennaio più caldo di sempre, ghiacci che si sciolgono ad una velocità triplicata nell’ultimo lustro, quasi 8 mila chilometri quadrati di foresta amazzonica persi in 12 mesi. L’unica grande notizia positiva degli ultimi mesi è che rispetto agli scorsi anni, nel 2020 l’Overshoot Day si è spostato avanti al 22 agosto, con 3 settimane di ritardo.
Questa data è un indicatore importante: segna il giorno in cui la popolazione mondiale ha consumato tutte le risorse naturali disponibili per l’anno in corso e inizia a sovrasfruttare la Terra. La data in cui cade l’Overshoot Day cambia di anno in anno a seconda della rapidità con cui queste risorse vengono sfruttate. E ogni anno sembra arrivare sempre prima. Per ritrovare il momento in cui la terra fertile disponibile ci è bastata fino al 31 dicembre bisogna tornare al 1970. Negli ultimi 50 anni la data di esaurimento ha cominciato a slittare indietro, fino ad arrivare – nel 2019 – al 29 luglio.
Cosa ci insegna l’Overshoot Day
Le nostre azioni quotidiane stanno gravemente danneggiando il pianeta su cui viviamo. Pesca eccessiva, deforestazione, inquinamento da plastica negli oceani, erosione del suolo, emissioni massicce di anidride carbonica nell’atmosfera. Questi sono solo alcuni esempi concreti di come le risorse della Terra vengano sfruttate, sprecate e rovinate. Ad oggi, per soddisfare questa incessante domanda, servirebbero quasi due pianeti.
La popolazione mondiale sta consumando l’equivalente di 1,6 pianeti all’anno. E in base alle tendenze attuali questa cifra dovrebbe salire a due pianeti entro il 2030. Il pianeta che abbiamo a disposizione, però, è soltanto uno. E queste 3 settimane “guadagnate” ci danno un grande segnale, e ci confermano che ritrovare l’equilibrio è ancora possibile, basta volerlo!
La cattiva notizia, però, è che il miglioramento raggiunto quest’anno non è merito del nostro impegno. Il diffondersi della pandemia e il conseguente lockdown diffuso hanno causato la contrazione dell’impronta ecologica mondiale, dimostrandoci come rapidi cambiamenti nei modelli di consumo delle risorse naturali hanno un grandissimo impatto sulla salute del pianeta.
La quarantena – praticamente mondiale – ha influenzato produzione, trasporti, addirittura il consumo di energia elettrica, e quindi il bisogno di risorse naturali. I numeri forniti dall’Ocse sono inequivocabili: nei primi 4 mesi del 2020 i voli sono crollati dell’89%, i trasporti su strada del 50%, il consumo di energia elettrica del 20%. Numeri simili si ritrovano anche fuori dall’Europa. Un duro colpo per l’economia mondiale, ma un vero sollievo per l’ambiente! Secondo i calcoli della rivista Nature Climate Change, infatti, a causa delle restrizioni nell’aprile 2020 le emissioni di CO2 sono diminuite del 17%, con gli effetti positivi sulla data dell’Overshoot Day che già abbiamo visto.
Sostenibilità: il nostro impegno quotidiano per salvare la Terra
Il parere della comunità scientifica è unanime: la situazione è allarmante. Secondo il quinto rapporto dell’Ipcc (Intergovernmental panel on climate change) la salute del Pianeta è in pericolo.
Per evitare la catastrofe abbiamo 10 anni per contenere l’aumento della temperatura globale entro gli 1,5°. Ma per fare questo, serve un cambiamento radicale nel modello di crescita.
Sono tantissime le associazioni ambientaliste che cercano di promuovere e supportare il cambiamento
Una delle iniziative a cui tutti possiamo e dobbiamo contribuire è sicuramente quella di Global Footprint Network, con #movethedate. L’obiettivo è quello di posticipare l’Overshoot Day di 6/7 giorni ogni anno, e ritornare ad utilizzare le risorse di un solo pianeta entro il 2050. Ovviamente, grazie alle azioni quotidiane di ognuno di noi.
Di fatto, molto dipende dalle nostre emissioni di CO2 nell’atmosfera. Dovremmo dimezzarla, e riportarla ai livelli del 1970: allora l’anidride carbonica prodotta dalle attività umane ammontava a circa 15 miliardi di tonnellate. La buona notizia è che esistono modi per ridurre la CO2 senza stravolgere le nostre vite. L’importante è che tutti – singoli, imprese e governi – facciano la loro parte!
Per raggiungere questo traguardo e salvare la Terra sono necessari impegno e responsabilità – e anche tu puoi fare la tua parte. Come? Con semplici, nuove abitudini più sostenibili, tutti i giorni. Puoi iniziare calcolando la tua personale impronta ecologica: ti renderai conto di quanto le tue scelte quotidiane incidano sulla attuale situazione.
Tre piccole azioni per salvare la Terra
Per darti una mano a cominciare a prenderti cura del nostro pianeta, ti propongo tre piccole azioni da trasformare in abitudini, piccoli passi da compiere ogni giorno.
Consuma in modo più critico e sostenibile
Questo significa innanzitutto evitare di comprare prodotti di cui non hai realmente bisogno – e non ne beneficerà soltanto il pianeta, ma anche il tuo portafoglio! Inizia a chiederti: “mi serve davvero?” – è una domanda davvero rivoluzionaria! E prima di comprare, impara a leggere le etichette di quel che consumi abitualmente. In più, acquista localmente, evitando prodotti che fanno lunghissimi viaggi per arrivare fino a te, con alti costi ambientali e di trasporto. E naturalmente, riduci al minimo gli sprechi.
Meno auto
Si sa che usare l’automobile è spesso una soluzione molto comoda, ma non è per nulla ecologica. Prova altri mezzi di trasporto come i mezzi pubblici – sì, lo so, spesso ci sono disservizi e ritardi, ma pensa anche ai lati positivi! Usando treno, metropolitana o mezzi di superficie risparmi tempo e denaro e inquini molto meno.
Se vuoi anche far del bene alla tua salute, usa la bici oppure fai una bella passeggiata! Spesso usiamo l’auto per pigrizia o abitudine, ma per raggiungere il negozietto di quartiere o portare i bambini all’asilo si può anche andare a piedi! E se proprio non puoi rinunciare all’automobile, scegline una ecologica, e condividi la strada con qualcuno che fa il tuo stesso percorso.
Meno rifiuti
Possiamo impegnarci più a fondo per una raccolta differenziata migliore dal punto di vista qualitativo e quantitativo. Separiamo meglio plastica, carta, vetro e alluminio che possono avere una seconda vita, e differenziamo l’umido. Ma ancora prima di tutto questo, deve cambiare il nostro modello radicato sul consumismo. Per produrre meno rifiuti, è importante consumare il giusto e sprecare molto meno, non solo in ambito alimentare.