L’Earth Day – Giornata Mondiale della Terra – è la più grande manifestazione ambientale di stampo internazionale in cui gli abitanti di tutto il pianeta si uniscono per celebrare il pianeta, e promuovere la sua salvaguardia.
Le Nazioni Unite hanno fissato questa ricorrenza il 22 aprile di ogni anno, esattamente un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera. In tutto il mondo vengono organizzati numerosi eventi, promosse iniziative e manifestazioni. Ma la cosa più importante, per rendere omaggio a questa giornata, è fare qualcosa di concreto nel nostro piccolo.
Di azioni sostenibili da portare nella propria quotidianità ce ne sono tante, e la sfida #faiqualcosaperlaterra vuole incoraggiare proprio questo. Se vuoi qualche spunto, leggi i miei Appunti per salvare il pianeta.
Eliminare l’utilizzo delle bottiglie di plastica usa e getta, cambiare spazzolino scegliendone uno in bambù, sostituire la pellicola per alimenti con le beewax wrap, rinunciare alle cannucce: sono tutte azioni piccole ma importanti, perchè ogni singolo gesto quotidiano può significare tanto!
Tra tutte le emergenze ambientalistiche da risolvere, quello più urgente – e per cui possiamo davvero fare la differenza, con le nostre azioni – rimane l’inquinamento da plastica. Si tratta di un materiale estremamente diffuso ed estremamente pericoloso: basti pensare che ogni singolo frammento di plastica creato dall’uomo, esiste ancora.
Più di 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono nei nostri oceani, ogni anno – per un approfondimento, leggi il mio articolo Meno plastica in mare. E una quantità incalcolabile viene dispersa nell’ambiente – nelle strade delle nostre città, nei parchi, nei boschi, nei laghi, praticamente ovunque!
Oggi però voglio provare a farti fare (anche solo virtualmente, per ora!) un salto di qualità e farti conoscere 3 azioni di tendenza per raccogliere i rifiuti e salvare il nostro pianeta dalla plastica. E per mantenersi anche un po’ in forma, visto che si tratta di azioni che presuppongono un po’ di movimento all’aria aperta!
Raccogliere i rifiuti in mare: lo strawkling
Si tratta di un’attività nata la scorsa estate dall’iniziativa di un gruppo di surfisti australiani, di Manly Cove, a Sydney. In questa baia si accumula una quantità incredibile di rifiuti plastici e in particolare cannucce. E proprio per tentare di ripulire il mare, ogni sabato mattina volontari da tutta la zona hanno iniziato a darsi appuntamento per delle sessioni di STRAWkling.

Cosa significa? Semplicemente, fare snorkeling per cercare… cannucce (straws, in inglese). Durante tutta l’estate, i volontari hanno raccolto dai fondali di Manly Cove più di 2.500 cannucce di plastica. Un numero così impressionante che una quarantina di locali della zona hanno deciso di bandire le cannucce usa e getta di plastica.
Trovi più informazioni sul sito ufficiale dell’iniziativa, Operation Straw. Da qui, puoi anche organizzare una sessione di strawkling per raccogliere i rifiuti oppure unirti a uno degli eventi già esistenti. Se hai la possibilità, puoi organizzare uno strawkling anche nelle nostre bellissime coste!
Raccogliere i rifiuti: il plogging
È un’attività sportiva inventata in Svezia, e consiste nel raccogliere i rifiuti mentre si corre. Il suo nome è una contrazione delle parole plocka upp (che in svedese significa raccogliere) e jogging. Durante le sessioni di allenamento, si raccolgono cartacce, bottiglie, sporcizia e lattine che giacciono sui prati, sulle strade o sui marciapiedi.

Esistono già una serie di maratone e corse non competitive che incitano a raccogliere i rifiuti, ma per la prima volta con il plogging si è formata una comunità di appassionati tenuta viva anche grazie alla rete. Il plogging infatti è nato sui social, e si è sviluppato attraverso Instagram e Facebook, e proprio grazie alle foto postate con gli zaini pieni di rifiuti e i parchi ripuliti è diventato virale.
Se vuoi organizzare una sessione di plogging per celebrare l’Earth Day, non dimenticare l’abbigliamento base. Vestiti da runner, guanti per proteggere le mani dalla sporcizia a terra e uno zaino o una sacca dove riporre i rifiuti che raccoglierai.
Per maggiori informazioni: https://www.goplogging.org
Sfida virale: la trashtag challenge
Nasce come una sfida, lanciata da Byron Roman, un cinquantatreenne americano da sempre attento alle tematiche ambientali. Qualche mese fa Byron ha pubblicato sul suo profilo Facebook un messaggio: “A tutti i ragazzi annoiati, vi lancio una sfida. Fate una foto di un’area che ha bisogno di essere pulita e poi un’altra foto dopo aver pulito e postatela!”

Questa challenge prende spunto proprio dalla foto riportata da Byron: due immagini di un’azienda di ecoturismo del Guatemala. La prima ritrae un uomo in un bosco sporco e pieno di rifiuti, la seconda – nello stesso identico luogo – con il bosco completamente ripulito e in primo piano diversi sacchi pieni di spazzatura.

L’invito è quello di compiere azioni concrete per ripulire tanti angoli del pianeta. E naturalmente, sensibilizzare i giovani sulle tematiche ambientali proponendo una sfida green per raccogliere i rifiuti. L’iniziativa ha avuto un successo enorme: nel giro di un mese si contano più di 4.000 foto con l’hashtag #trashtag pubblicate sui social!